Samuel Stern – L’isola dei perduti

Le copertine precedenti presentavano il libraio di Edimburgo impaurito o sofferente. La copertina di Samuel Stern – L’isola dei perduti, che più che una cover ricorda un quadro a tema sacro, è molto forte visto che parliamo di un fumetto esposto in edicola. Il Rosso (soprannome affibbiatogli da Padre Duncan) è svenuto su una pila di cadaveri e l’unica luce della scena è quella che colpisce il volto del protagonista, completamente inerme.

Samuel Stern - L'isola dei perduti

Sinossi

Nei luoghi isolati le radici del male possono germogliare indisturbate. Qual è l’oscura perversione che si nasconde nelle anime degli abitanti dell’isola dei perduti?

Recensione

Arrivato al quarto volume, Samuel Stern è diventato un appuntamento fisso che si ripete ogni fine mese. Ogni fine mese i lettori possono trovare in edicola un nuovo numero, una nuova storia, un nuovo tassello che va a comporre il progetto ideato da Fumasoli e Filadoro. Ormai è chiaro che i primi due albi avevano lo scopo di presentare i personaggi, già il volume precedente “Legione” e ora questo “L’Isola dei Perduti” invece stanno a poco a poco dando degli spunti per andare a definire un disegno ben più grande. Tra i vari albi si percepisce continuità, non albi a sé stanti e a scatola chiusa; fra 5 o 9 albi le informazioni raccolte nei precedenti potrebbero essere fondamentali. Tutto questo ovviamente aumenta l’hype per un fumetto già di per sé interessante.

Come già scritto nella recensione del primo volume, in Samuel Stern troviamo non uno ma due protagonisti, che possono essere visti sia come protagonisti che come comprimari. Lo si nota in questo volume dove il ruolo di rilievo è affidato a padre Duncan, il che dimostra che non è lì solamente per lanciare una pistola…ops…un crocifisso o acqua benedetta nel suo caso.

Samuele e Duncan da soli contro il male dei demoni? Non è detto che sia così, o almeno è quello che ci fanno pensare i due sceneggiatori che come già dimostrato sanno usare e nascondere dei plot twist per sorprendere il lettore. 

I disegni sono realizzati da Ludovica Ceregatti, il tocco leggero ma ben definito dà il giusto risalto alle scene su quell’isola che dà il nome al volume. Rompe anche lo schema di alcune tavole, andando a usare le vignette in modo diverso dal solito, inserendo splash page quasi da jumpscare, elemento basico dei film e videogiochi horror. 

Come per i volumi precedenti, una volta terminato l’albo, ci si chiede quale sia il vero male, se i demoni che ci si crea possano giovare o meno alla persona e a chi gli sta intorno. Se il prete di turno può e/o deve far qualcosa contro il demone, oppure fare il meglio per la persona in questione.

Samuel Stern - L'isola dei perduti

Voto 8/10

Una volta girata l’ultima pagina vorresti subito un altro albo, vuoi vedere come continua. È difficile avere la pazienza di aspettare un mese, soprattutto quando si vede la preview del numero successivo!